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Bovale
Il Bovale è un antico vitigno rosso originario della Sardegna, particolarmente diffuso nella regione centro-occidentale dell'isola. È conosciuto anche con altri nomi, come Bovale Grande o Bovale Sardo.
Le caratteristiche del vitigno Bovale includono grappoli di dimensioni medie o grandi, con acini di forma tondeggiante o leggermente ovali. La buccia dell'uva è spessa e ricca di pigmenti, conferendo al vino una intensa colorazione rosso rubino.
Dal punto di vista enologico, il Bovale è spesso utilizzato in blend con altri vitigni autoctoni sardi, come il Cannonau, il Carignano o il Monica. Tuttavia, esistono anche vini monovitigno prodotti interamente con uve Bovale.
I vini ottenuti dal Bovale sono generalmente caratterizzati da una buona struttura, con tannini presenti ma non eccessivamente aggressivi, e un profilo aromatico che può variare a seconda delle tecniche di vinificazione e dell'influenza del terroir. Alcuni profumi tipici includono note di frutti di bosco, spezie e sottobosco.
Il Bovale è stato a lungo considerato un vitigno rustico e di scarsa qualità, ma negli ultimi anni c'è stato un rinnovato interesse per questo vitigno e una crescente attenzione da parte dei produttori che cercano di valorizzare il suo potenziale. La sua capacità di adattarsi a diversi tipi di terreno e clima, insieme alla sua storica presenza nell'ambito viticolo della Sardegna, lo rende un elemento importante nel panorama vinicolo regionale.

Cannonau
Il Cannonau è uno dei vitigni più iconici della Sardegna ed è noto anche come Grenache in Francia o Garnacha in Spagna. È ampiamente coltivato in tutta l'isola, ma è particolarmente associato alle regioni centrali e settentrionali della Sardegna, come Gallura, Ogliastra e Barbagia.
Le caratteristiche del vitigno Cannonau includono grappoli di dimensioni medie o grandi, con acini di forma tondeggiante o leggermente ovali. La buccia dell'uva è spessa e ricca di pigmenti, il che contribuisce a conferire ai vini una profonda colorazione rosso rubino.
Il Cannonau è apprezzato per la sua capacità di riflettere il terroir in cui è coltivato e per la sua versatilità enologica. I vini ottenuti da questo vitigno possono variare notevolmente a seconda della zona di produzione e delle tecniche di vinificazione utilizzate. Tuttavia, ci sono alcune caratteristiche comuni che spesso emergono nei vini Cannonau, come un corpo pieno, tannini morbidi e un profilo aromatico complesso che può includere note di frutti rossi maturi, spezie, erbe aromatiche e sfumature terrose.
Il Cannonau è stato associato a numerosi benefici per la salute, in parte a causa dell'alto contenuto di polifenoli presenti nelle sue bucce. Questo ha portato a un crescente interesse per il vitigno da parte dei consumatori attenti alla salute e degli esperti del settore.
In Sardegna, il Cannonau è considerato un elemento essenziale della cultura enogastronomica dell'isola e viene spesso abbinato a piatti tradizionali sardi, come l'agnello alla gallurese o il porceddu (maialino da latte arrosto). La sua longeva tradizione vitivinicola e la sua continua popolarità suggeriscono che il Cannonau continuerà a essere un punto di riferimento nel panorama vitivinicolo della Sardegna per molti anni a venire.

Il Carignano, conosciuto anche come Carignan in Francia e Carignane in altre regioni del mondo, è un vitigno rosso originario della Spagna che ha trovato una casa anche in Sardegna, dove è noto come Carignano del Sulcis. È uno dei vitigni più importanti e storici della regione.

Le caratteristiche del vitigno Carignano includono grappoli di dimensioni medie o grandi, con acini di forma tondeggiante e una buccia spessa ricca di pigmenti. Questo vitigno è apprezzato per la sua resistenza alle condizioni climatiche difficili e alla siccità, il che lo rende particolarmente adatto alla coltivazione in climi caldi e aridi come quelli trovati in Sardegna.

I vini ottenuti dal Carignano sono generalmente caratterizzati da una buona struttura e una buona acidità, con tannini decisi e un profilo aromatico complesso. Questo può includere note di frutti rossi e neri maturi, spezie, erbe aromatiche e sfumature terrose. A seconda delle tecniche di vinificazione utilizzate e del terroir in cui è coltivato, il Carignano può produrre vini che vanno da freschi e fruttati a più corposi e concentrati.

Il Carignano è spesso utilizzato in blend con altri vitigni autoctoni sardi, come il Cannonau e il Bovale, per creare vini che riflettono la complessità e la diversità del territorio. Tuttavia, ci sono anche vini monovitigno prodotti interamente con uve Carignano, che mettono in risalto le caratteristiche distintive di questo vitigno.

Nel corso degli anni, il Carignano ha guadagnato sempre più riconoscimenti sia a livello nazionale che internazionale, affermandosi come uno dei vitigni di punta della Sardegna e contribuendo alla diversità e alla ricchezza del patrimonio vitivinicolo dell'isola.
.Sono numerosi i vitigni autoctoni e negli ultimi decenni i principali produttori di vino isolani si sono adoperati a rivalorizzarli. Questi vitigni hanno trovato nell'Isola il loro habitat naturale e utilizzati in particolari uvaggi hanno dato origine a vini di qualità elevata. Ecco i principali:
  • Bovale; esistono due varianti di Bovale, il "Bovale Sardo" e il "Bovale di Spagna" quest'ultimo nell'entroterra Cagliaritano è chiamato anche "axina 'e Spagna" (uva di Spagna). Dagli ultimi studi condotti dal ricercartore Gianni Lovicu dell'Agris (ente Regionale di ricerca in Agricoltura) in concerto con la facoltà di agraria dell'Università di Milano, risulta che i due vitigni siano completamente diversi. Il primo, il Bovale Sardo, pare proveniente dalla vite selvatica, ancora molto presente in Sardegna, e che nel corso dei secoli sia stata "addomesticata" soprattutto nella zona del Terralbese, territorio a sud della provincia di Oristano al confine con Cagliari e ai piedi del Monte Arci. In quest'area sono presenti entrambi i vitigni in maniera preponderante rispetto alle altre varietà sarde. Sinonimo del Bovale Sardo è il Muristellu o Muristeni, a seconda dell'area geografica di coltivazione ma comunque soprattutto ai piedi del Monte Arci o dei massicci immediatamente vicini. Il Bovale di Spagna può essere accomunato al Carignano per caratteristiche e per produttività, pare infatti sia una variante dello stesso. Nella misura minima dell'85% i due vitigni da soli o insieme concorrono alla produzione del vino a D.O.C. Terralba o Campidano di Terralba. In altre aree il Bovale Sardo o Muristellu o Muristeni, viene utilizzato come migliorativo, grazie al suo potere colorante, ai tannini e all'alta acidità, soprattutto nelle aree pedemontane o montane, e concorre quasi sempre in vigna alla produzione del vino Cannonau. Altra D.O.C. in cui rappresenta parte preponderante è il vino Mandrolisai. Il Bovale è prodotto nella tipologia D.O.C. dalle aziende del Terralbese (Cantina Sociale di Mogoro, Cantina Sociale di Marrubiu, Melis Vini), viene prodotto in purezza nel Cagliaritano anche dall'azienda Pala di Serdiana, ma sempre da vigneti nel Terralbese. Il vino a D.O.C. Mandrolisai è prodotto dall'omonima Cantina Sociale e da qualche piccolo produttore nel comune di Atzara.
  • Nuragus; Nuragus è un vino bianco italiano le cui uve crescono in Sardegna. È la varietà principale del vino a Denominazione di origine controllata denominato Nuragus di Cagliari.
  • Vernaccia; La Vernaccia di Oristano ha origini molto antiche tanto da ipotizzare la spontaneità della Vitis Vinifera. Il suo nome deriva dal latino "Vernacula", vino del luogo e il primo cenno storico scritto risale al 1327, nel “Breve di Villa di Chiesa” libro di leggi conservato ad Iglesias. Nel periodo Giudicale, grazie al volere di Eleonora d'Arborea si imposero con la "Carta de Logu" l'impianti di vitigni nei terreni incolti e severe leggi per la loro salvaguardia. Alla fine del XIX secolo tutte le viti Europee, e quindi anche la Vernaccia di Oristano, vennero distrutte da un insetto parassita, la fillossera, che venne debellata con l'innesto su barbatelle di vite americana. Nel dopoguerra ci fu una forte ripresa della produzione, e molti produttori si riunirono in cooperativa e ottennero il disciplinare di produzione della Vernaccia di Oristano DOC. Ma negli anni 90 ci fu un grosso calo di produzione e una perdita di interesse sia dei produttori che dei consumatori, questo per gli incentivi europei per l'estirpazione delle vigne, per i costi elevati di produzione dovuta alla giacenza triennale del prodotto e per la crescente quantità di prodotti presenti nel mercato che portano a una più vasta scelta per i consumatori.
  • Vermentino; Il Vermentino è un vitigno a bacca bianca (solo in alcuni casi rossa) semi-aromatico, anche noto come Pigato in Liguria e Favorita in Piemonte e Corsica.
  • Cagnulari, tipico del sassarese; L'origine del vitigno è ancora incerta. Alcuni esperti affermano che sia stato introdotto dai francesi nell'Ottocento, ma è più probabile, invece, che si sia diffuso in Sardegna e soprattutto nel sassarese durante la dominazione spagnola.
    Nel corso degli ultimi decenni, dopo la scomparsa quasi totale della viticoltura nell'agro di Sassari, il Cagnulari viene coltivato soprattutto nei terreni di Usini, con interessanti realtà dedicate a questo vitigno anche nei comuni di Ossi, Tissi, Uri, Ittiri, Sorso, Torralba ed Alghero.
  • Cannonau è il vitigno simbolo dell'enocultura sarda. Di origini molto antiche, probabilmente nuragiche[3], viene coltivato principalmente nella Provincia di Nuoro (70% della superficie coltivata));Il Cannonau è il vitigno a bacca nera più diffuso in Sardegna.La coltivazione di questo vitigno è diffusa in tutta l'isola ma concentrata nelle zone più centrali del territorio. Fino a poco tempo fa non se ne conosceva con certezza l'origine e la maggior parte degli esperti lo riteneva importato dalla penisola iberica. Tuttavia recenti studi[3] hanno dimostrato la sua endemicità, infatti resti di vinaccioli risalenti a 3200 anni fa sono stati ritrovati in diverse zone dell'isola (ad esempio a Sa Osa – nella valle del Tirso, sulle colline di Sardara – a nord di Cagliari, a Villanovafranca e nel villaggio nuragico Duos Nuraghes di Borore in provincia di Nuoro), tale fatto fa ritenere il Cannonau come il vino più antico del Bacino del Mediterraneo.
  • Girò, vigno introdotto in epoca spagnola. Nel 1972 un suo vino, il Girò di Cagliari, ha ottenuto la Denominazione d'Origine Controllata;
  • Malvasia, con molta probabilità arrivato nell'isola in epoca bizantina;
  • Torbato;
  • Monica è un vitigno considerato tra i più antichi introdotti in Sardegna. È presente su tutto il territorio regionale;
  • Vermentino, dalle origini incerte;
  • Carignano;
  • Nasco, vitigno a bacca bianca conosciuto già in epoca romana. Il suo nome deriva dal latino muscus ossia muschio probabilmente a causa del suo caratteristico aroma;
  • Semidano;
  • Moscato;
  • Albaranzeuli, vitigno a bacca bianca, di lontana provenienza spagnola, è diffuso in alcuni comuni dell'oristanese e del nuorese dove viene chiamato Lacconargiu o Lacconarzu. Attualmente è in via di estinzione;
  • Retagliado;
  • Caddiu;
  • Caricagiola;
  • Nieddera:


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